Verranno trattati i seguenti argomenti:
- Perché sarebbe meglio adottare un linguaggio più inclusivo quando si parla/scrive/traduce/interpreta?
- Quali trucchi e astuzie possiamo adottare per utilizzare un linguaggio maggiormente inclusivo?
- Come si coniuga tale tematica nei testi commerciali/di marketing e in ambito LGBTQ+?
- Durante la presentazione saranno offerti esempi concreti e discussi alcuni casi studio.
- Si concluderà con una sessione per domande e risposte e eventuali commenti.
Di seguito alcuni link forniti dal docente Andrea Alvisi:
Tweet da dove si risale agli screenshot di come hanno adattato il singolare “they” in spagnolo. Tra l’altro, è interessante notare che ora la traduzione audiovisiva fa fronte comune e ha addirittura creato dei nuovi sostantivi di genere non binario (“hije”, in aggiunta al maschile “hijo” e al femminile “hija”). Sono scelte adottate a tappeto nel settore.
Tweet dove una persona fa coming out in 3 lingue (inglese, francese e italiano). Interessantissima la fantomatica questione dei pronomi e come è stata risolta nelle tre lingue, soprattutto visto che in FR e EN esiste un pronome neutro (creato ad hoc), mentre in italiano no.
Articolo di The Guardian su una sentenza di portata storica nel Regno Unito. Da notare come la giornalista abbia usato una narrazione fattuale (senza giudizi), i pronomi giusti (in inglese, ovvio) e abbia persino fatto riferimento alla sentenza precedente, mettendo in chiaro che il tribunale si era erroneamente riferito ad Arthur Britney Joestar al maschile
Conversazione interessante nella quale è intervenuto anche Andrea Alvisi. Si parla prettamente del maschile sovraesteso in ambito televisivo.